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lunedì 1 febbraio 2010

Un caso diplomatico


(Da WSI)" Pechino lunedi' ha protestato vivacemente con Washington per la vendita di un pacchetto di armi e armamenti pari a $6.4 miliardi a Taipei, la capitale dell'isola che gli Usa hanno deciso di aiutare militarmente. "La vendita di armi a Taiwan colpisce la sicurezza nazionale del nostro paese" ha dichiarato il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi, che ha parlato anche di un "atteggiamento da Guerra Fredda" da parte degli Stati, escalando cosi' la retorica nella piu' recente di una serie di dispute (compreso il caso Google) che hanno acuito la tensione tra le due potenze mondiali, appena tre settimane dopo la visita di stato a Pechino del presidente Usa Barack Obama. La Cina sta pensando anche a ritorsioni economiche contro azinde americane, tra cui Boeing e le aziende fornitrici di armamenti "

I media di stato cinesi di lunedì hanno accusato gli Stati Uniti di «arroganza» e «ipocrisia»
il Global Times (del gruppo del Quotidiano del Popolo, organo del Partito comunista ) ha scritto che la Cina «non dovrebbe esitare a mostrare i suoi muscoli per lanciare misure economiche punitive contro le aziende che violano i suoi interessi chiave». Su blog e forum di internet si sono moltiplicati i post, che chiedono il boicottaggio di catene americane come McDonald's o Kentucky Fried Chicken, l'aumento della vendita di armi a Iran e Corea del Nord o un attacco militare contro gli Usa. Tuttavia secondo un esperto di Cina del Nixon Center, un think tank di Washington, i cinesi non hanno molti strumenti reali per reagire alla mossa americana: «Non hanno molte leve e questa è una fonte di frustrazione per loro. È difficile descrivere quello che loro potrebbero fare come qualcosa di differente da un gesto simbolico».
Le tensioni fra Stati Uniti e Cina dopo le forniture belliche approvate da Washington a Taiwan rischiano di complicare anche la gestione del dossier nucleare iraniano: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. In particolare, sarebbe a rischio l'approvazione unanime in seno al Consiglio di Sicurezza dell'Onu - dove Pechino ha il diritto di veto - di nuove sanzioni contro Teheran, se l'Iran non accetterà la proposta dell'Agenzia Internazionale dell'Agenzia Atomica (Aiea) sull'arricchimento all'estero dell'uranio iraniano; l'ipotesi di nuove sanzioni dell'Onu trova infatti l'ostacolo della reticenza cinese, mentre la Russia ha dato invece una risposta incoraggiante.
Una guerra sarebbe un vero toccasana per questa crisi finanziaria che sembra essere infinita ..... che si stia cercando qualche pretesto ??

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