Calendario Economico fornito da ForexPros - Il Portale di Trading sul Forex e sui titoli di borsa

sabato 20 marzo 2010

Google lascia la Cina «Fuori dal Paese il 10 aprile»


Google lascia la Cina «Fuori dal Paese il 10 aprile»
La societa' informatica americana Google, proprietaria di uno dei piu' popolari motori di ricerca su internet, chiudera' il 10 aprile le sue operazioni in Cina. Lo afferma il giornale China Business News, citando un funzionario di un'agenzia che raccoglie pubblicita' sul web.

Il giornale non specifica se Google chiudera' solo il suo sito web in cinese o anche altre delle sue iniziative in Cina. Google annuncera' la sua decisione lunedi' prossimo, 22 marzo, insieme alle decisioni dell'azienda riguardo al personale cinese: ai dipendenti sarebbe stato già offerto di lavorare o nelle sedi statunitensi oppure nella regione dell'Asia-Pacifico.

I dirigenti di Google China non hanno finora commentato la notizia. Google ha denunciato in gennaio degli attacchi informatici contro i conti di posta elettronica di alcuni suoi clienti, in larga parte dissidenti cinesi. Sostenendo che gli attacchi provenivano dalla Cina, la societa' americana ha minacciato di smettere di usare i ''filtri'' richiesti dalla censura cinese e di chiudere il suo sito web in cinese se non fosse stata messa in grado di garantire la sicurezza ai suoi clienti.

La scorsa settimana, il quotidiano Financial Times ha scritto che la decisione di chiudere Google.cn e' stata presa al ''99,9%'' e la compagnia sta ora studiando un modo per non danneggiare i suoi dipendenti cinesi, che sono alcune centinaia. Sempre la scorsa settimana il ''chief executive'' della compagnia americana, Eric Schmidt, si e' dichiarato ottimista sul futuro di Google in Cina, senza pero' specificare se si riferiva al sito in cinese o ad altre operazioni. Le autorita' cinesi esercitano uno stretto controllo su Internet e dalla Cina sono inaccessibili i siti politicamente sgraditi a Pechino ma anche le cosiddette ''reti di comunicazione sociale'' come YouTube, Facebook e Twitter.

fonte : http://www.unita.it/

Nessun commento: