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martedì 31 agosto 2010

America a dura prova


Aplicando la regola di Taylor (che mette in relazione il tasso chiave di politica monetaria con il livello di inflazione target e la crescita potenziale), viene fuori che il tasso sui Fed Funds necessario a riportare l'economia verso il pieno impiego è pari a meno 8 per cento. Poiché i tassi non possono evidentemente essere negativi, l'effetto espansivo equivalente può essere ottenuto aumentando le dimensioni del bilancio della Fed. Secondo una stima approssimativa, per ottenere un effetto stimolativo sull'economia pari a quello prodotto da un taglio di un punto percentuale dei Fed Funds occorre una crescita del bilancio della Fed compresa tra 1000 e 1600 miliardi di dollari. Ciò significa che, per raggiungere l'equivalente di meno 8 per cento di Fed Funds, partendo dal livello attuale (poco meno di 2000 miliardi di dollari), occorrerebbe portare il bilancio della Fed almeno a 10.000 miliardi di dollari. Cioè "azionare le presse" giorno e notte, e stampare moneta. Correndo il rischio, in caso di ripresa, di trovarci con una fiammata inflazionistica tale da distruggere il sistema valutario internazionale e riportarci al baratto....
La Fed è consapevole che, malgrado la rapidità dell'espansione monetaria (che ha probabilmente evitato una deflazione conclamata), nell'economia persiste un vuoto di attività che continuerà ad esercitare pressione disinflazionistica sull'economia e l'occupazione, e si muove di conseguenza.

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