Calendario Economico fornito da ForexPros - Il Portale di Trading sul Forex e sui titoli di borsa

mercoledì 31 ottobre 2012

mercati alla prova elezioni... confermeranno le aspettative??


 I titoli del settore ospedaliero, quelli dell’energia rinnovabili e dell’istruzione, in caso di vittoria di Barack Obama; 
le banche e i petroliferi se a prevalere sarà Mitt Romney. Le preferenze della maggior parte degli analisti vanno in questa direzione quando si tratta di stimare le ricadute delle elezioni presidenziali (in programma il 6 novembre) sui titoli azionari. Si dissocia dal coro Ed Walczak, portfolio manager del fondo Us Value Equity di Vontobel, che Affari & Finanza ha intervistato in esclusiva per l’Italia nel corso di un incontro che ha tenuto nei giorni scorsi a Milano con i gestori. «Se vincerà Obama non vi saranno sostanziali impatti sui listini, mentre se ad affermarsi sarà Romney probabilmente si andrà verso una revisione della Dodd-Frank (legge che introduce una serie di paletti per le banche, ndr), ma sarebbe sbagliato pensare a stravolgimenti economici». Convinzioni che derivano dall’approccio seguito nelle scelte di investimento, che punta in primo sulla selezione dei singoli titoli anziché su interi settori dell’economia, preferendo quelli i cui prezzi sembrano relativamente convenienti, se rapportati agli utili conseguiti dalle aziende, alle strategie adottate e ai dividendi offerti. Segue un approccio che prescinde dal contesto macro? «Questo no: gli andamenti generali dell’economia restano importanti per decidere. Ad esempio, in questa fase — pur in presenza di numerosi fattori
di incertezza — il clima appare favorevole per gli investimenti sull’azionario statunitense». Non è preoccupato dalla minaccia del Fiscal Cliff, il rischio di precipizio fiscale dovuto alla scadenza in contemporanea — a fine anno — di incentivi fiscali e interventi per la spesa pubblica per un ammontare di oltre 600 miliardi di dollari? «Si tratta di un fattore che indubbiamente può rallentare l’economia americana, ma lo scenario attuale è caratterizzato anche da una serie di elementi che inducono all’ottimismo. Penso in primo luogo alla stabilizzazione dei prezzi delle case dopo una lunga sofferenza. Quindi alla crescita della fiducia tra i consumatori, accompagnata da una minore propensione degli stessi a indebitarsi. Segnali positivi arrivano dal fronte delle innovazioni tecnologiche, mentre preoccupano la frenata della crescita cinese e l’elevata disoccupazione ». Uno scenario che nelle ultime settimane ha spinto gli investitori a riscoprire in primo luogo il mercato obbligazionario. Perché lei propende invece per l’equity? «Se guardiamo ai dati storici di lungo periodo, notiamo che attualmente i dividendi delle azioni sono su livelli molto elevati, superando quelli delle obbligazioni. L’ottimismo su questa asset class deriva anche dall’abbondante liquidità che caratterizza l’equity americano e dalla presenza di diversi piani di buyback (riacquisto di azioni proprie da parte delle società quotate, ndr), che sostengono le quotazioni. E’ pur vero, comunque, che non mancano segnali di criticità, come sta emergendo dalle pubblicazioni trimestrali di questi giorni, per cui è fondamentale selezionare con attenzione le aziende». Quali sono i titoli più rappresentati nel suo portafoglio? «Sopra il 4% ci sono Coca-Cola, Mastercard, Visa e Berkshire Hathaway. Consideri che abbiamo scelto di non investire mai più del 7% in un singolo titolo, in modo da avere un’ampia diversificazione, compresa in un range tra 30 e 50 società». Niente sorprese, punta solo su colossi? «Warren Buffet (al quale fa capo la Berkshire, ndr.) dice che è meglio acquistare un’azienda straordinaria a un buon prezzo, che una buona azienda a un prezzo straordinario. Non credo nei miracoli, ma nelle aziende che sanno crescere in maniera sostenibile nel tempo ». Un’altra riflessione che emerge dai nomi che ha citato è una sua sostanziale fiducia verso il settore dei servizi finanziari. «Le mie scelte si focalizzano sull’analisi delle singole aziende ed effettivamente in questo periodo il settore è ben rappresentato. Il discorso si può estendere al comparto bancario, considerato che siamo investiti in Wells Fargo, Citigroup e Jp Morgan, tra gli altri». Perché questa scelta? «Si tratta di aziende che presentano un return of equity (indice di redditività del capitale proprio delle aziende, ndr) molto interessante, sui livelli del 2008». All’opposto, non siete investiti nell’energy, nonostante negli Usa si faccia un gran parlare dello shale gas, che promette di rendere il Paese un esportatore netto. «Abbiamo esaminato diverse aziende attive nei business del petrolio e del gas, ma al momento non vediamo grandi spazi di rivalutazione. Lo stesso vale per le società attive nei servizi di telecomunicazioni». i titoli del settore ospedaliero, dell’energia rinnovabile e dell’istruzione sarebbero avvantaggiati in caso di vittoria di Barack Obama (a destra nella foto) su Mitt Romney (a sinistra)


tratto da:
http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2012/10/29/news/il_guru_usa_e_il_voto_con_obama_mercati_sicuri-45478039/

1 commento:

Anonimo ha detto...

Preso atto della sua cortese risposta (nel post precedente)e agito di conseguenza....grazie mille. Nico